1° maggio 2018. E che il “pasticciaccio” sia con noi!

Care/i,
scelgo l’atmosfera del primo di maggio (una festa a cui ho sempre attribuito gran significato) per annunciare qualcosa che avrei già potuto annunciarvi a Natale e a Pasqua.  Ma ho preferito tacere.
Ci sarebbe stata anche l’occasione di un altro appuntamento significativo per me: il 21 marzo questo sito ha compiuto sette anni di vita.
Riprenderò questo pensiero in conclusione, forse per trarre qualche indizio di conclusione, appunto.

Vorrei semplicemente annunciare che ho deciso di lasciare Milano e di ritirarmi in pensione. Di trasferirmi in campagna.
Semplicemente entro la fine di giugno, inizierò una “vacanza” dalla quale non so se e quando ritornerò!

Ho deciso di lasciare l’esercizio della mia professione. Ho compiuto 67 anni e nemmeno la signora Fornero avrebbe obiezioni.

Compio questo gesto con grande serenità e con il piacere di ritirarmi, convinto che i miei amici e colleghi più giovani meritino di affermarsi al posto mio. Non negherò mai un consiglio o un parere a nessuno ma sono stanco. Le mie condizioni di salute non sono drammatiche tuttavia mi rendono la vita sempre più faticosa e limitata.
Ho voglia di essere gentile con me stesso.
Credo di meritarlo.

Non andrò lontano, la mia catena dell’Himalaya scorre lungo le Prealpi lombarde. I luoghi delle prime villeggiature della mia infanzia. Mi accontento di poco. Ho avuto tanto, malgrado tutto, nella vita, per questo mi sento sereno ad accontentarmi di poco.

La vita non è una crescita illimitata. Come immaginiamo che sia il modello economico in cui viviamo. Condurre la propria biografia significa riconoscere ed accompagnare con dolcezza anche la decrescita. La terza età.

Tutti chiamano in causa l’esercizio spirituale del “lasciare andare” ma faccio fatica a riconoscerne le tracce nel sociale che frequento. D’altro canto lo spirito del tempo ci chiede sempre di più.

Accompagno l’annuncio di questa scelta con qualche osservazione sparsa che mi appare significativa.

 

***

 

Sto per lasciare la città di Milano nella quale sono nato e ho vissuto i miei primi 67 anni. Non la lascio deluso o disgustato. Come quando da giovane la rifiutavo ed ho provato, senza successo, ad abbandonarla.
La lascio guardandola come una città che non ho mai vista tanto bella. Qualunque sia stata l’amministrazione che ne ha promosso tale sviluppo (chiamiamolo semplicemente effetto Expo) mi vedo circondato da spazi, superfici ripulite e colorante di tinte pastello. Mi piange il cuore andarmene. Per non parlare delle nuove costruzioni che possono piacere o meno.  Ma che la fanno tanto “europea”.

D’altro canto da qualche anno vivo esclusivamente in appartamento (in senso letterale, appartato) e il mio sguardo per i suoi spazi è già quello di un turista.
Come turista quindi ci tornerò quando voglio, se ne avrò desiderio ed energie. Come dicevo non vado lontano. Mi è sufficiente la distanza e l’altezza dell’Alta Brianza.

Andrò poco distante dalla magica villa dell’ing. Carlo Emilio Gadda. Il più grande letterato italiano del XX secolo, a mio vedere. Confido nel suo sguardo severo ma anche nella sua ispirazione benevola.
Dato che, pensionato come insegnante già da una decina d’anni, mi metto ora in pensione anche dalla professione di analista, non mi resta che la possibilità di esercitare la scrittura.

Ma dopo sette anni dell’esercizio di questo blog che ho posto all’insegna della “scrittura creativa” il passo ulteriore, se mai ci sarà, sarà l’esercizio della letteratura. Se sarà sarà ancora doloroso e difficile… Potrebbe essere che mi venga risparmiato! Non ho ambizioni. Cerco di ragionare.

E per questo mi serve l’ingegnere! Vittorini era solo un poli-tecnico. Lo vedevo ogni giorno, abitando tra i miei 10 e 20 anni, in viale Gorizia,di fronte alla darsena di porta Ticinese. Metteva a dormire la sua Giulia Alfa Romeo nel garage su cui si affacciava la finestra della mia cucina.
Ora mi serve l’ingegnere!

Come mi ha augurato un amico:

Che il Pasticciaccio sia con te!

E come potrebbe ciascuno separarsi dai suoi “pasticciacci”?!
Certo che li portiamo con noi. In vacanza, in campagna, in pensione.
Presumibilmente alla tomba!

Potrei fare considerazioni analoghe rispetto al tempo che stiamo vivendo. Non lo vedo con le stesse tinte fosche con cui lo guardano la maggioranza dei miei amici. In questo senso il mio ultimo post. Ma sarà una proiezione della mia predilezione per le tinte pastello…

Comunque sia dopo sette anni di blog in materia di biografia umana, la nozione più basilare con cui esercitiamo il lavoro biografico ci suggerisce che il blogger non è più lo stesso.
Il settennio (unità minimale del tempo umano vissuto) è il tempo in cui la sostanza di cui è costituito l’organismo si ricambia completamente. Gli scienziati attuali lo chiamano “turn-over cellulare”.
Come dire che se oggi ci diamo la mano e ci ritroviamo tra sette anni, non ci sarà più un atomo di sostanza ancora presente quella stretta.
In questo senso non siamo più gli stessi.
Ma per il mistero della biografia siamo ancora gli stessi, non smettiamo di ricostruirci almeno finché ci riusciamo.
Per questo i pasticciacci ce li portiamo alla tomba.
Come analista spero di avere aiutato qualcuno a farlo con maggiore eleganza.
Come cerco di farlo per me.

In nome del compimento di questo settennio mi prendo (e ho già cominciato a farlo) un momento di respiro consapevole in più. E in questi casi si scrive un po’ meno.
E poi c’è da pensare al trasloco. Gli scatoloni sono già in campo. Che rottura di scatole!

In questi casi lasciatemi scendere in sala-motori.
Dal fondo degli anni ’50 ho interiorizzato uno strumento interiore che custodisco gelosamente. Il magico Juke-box!

Allora lasciatemi gettonare una canzonetta.
Se volete ascoltatela con me.
Se vi piace cantatela, danzatela, brindatela con me. Alla mia salute, se non chiedo troppo.

 

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PS. Visto che l’augurio del mio amico, nella stesura finale della pagina ha preso il sopravvento, mi sembra bello citarlo, rendergli merito e dedicargli la pagina.
È Alessandro Di Grazia, vive a Trieste, è filosofo antroposofo e molto altro. Esercita come consulente filosofico. Lo trovate qui.
Merita attenzione!
Grazie di cuore, Alessandro!

 

 

 

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