Biografia umana. Tessuti, nodi, intrecci nel viaggio. 1

Biografia Umana. Glostombury.

Narrata la vigilia, il viaggio è cominciato e, come tanti viaggi, ha ricombinato il modo in cui ogni biografia si racconta. Il viaggio serve proprio per quello ma… procediamo con ordine.

Che quel mattino il viaggio sia iniziato è accreditato dalle fonti più sicure. Altrettanto che i nostri eroi non abbiano pranzato prima di aver visto la Resurrezione di Grünewald a ColmarDove abbiano pernottato ci interessa poco.

Importante che al tramonto del giorno dopo siano arrivati nei pressi dei resti gloriosi di una abbazia cristiana. Forse la più antica sul suolo anglosassone. Questo è sicuro ma qui il racconto comincia ad attraversare qualche velatura di incertezza. Di non precisa determinabilità.

Forse a causa anche del fatto che il sottoscritto, non diversamente dai compagni di viaggio, potesse sfoderare una comprensione della lingua inglese men che modesta.

E forse qui si comincia ad entrare nel vivo.

In ciò che è essenziale.

Per un verso non era dubitabile che il luogo emanasse profonda suggestione. Che quelle pietre e quel paesaggio tipicamente inglese respirasse. Palpitasse.

Il problema era che malgrado l’incontro fosse concepito in funzione di una attività di comunicazione, quasi un convegno, il nostro eroe comprendeva meno di un quinto di quanto si dicesse. E che quel quinto scarso fosse guastato dal dubbio di aver capito male.

Ho già espresso qualcosa della mia relazione con quella lingua.

Tant’è che ben presto all’animo del nostro eroe si impose una questione ancor più interessante ed avvincente.

Ma se non capisco nulla di quanto si dice che valore ha per me tutto questo?

A dispetto di quanto molti maliziosamente avranno la tentazione di concludere, il Nostro si rispose che non gli importava un fico secco del fatto di non capire un altrettanto fico secco.

Glastonbury o… del pragmatismo sublime

Cominciò davvero ad entrare nello spirito del sublime pragmatismo anglosassone che diffida di tutto quando si creda o si racconti.

Ed è sicuramente la condizione ideale per cogliere lo spirito delle cose. Usando una parolaccia che mi perdonerete: la spiritualità genuina delle cose.

Si, perché il pragmatismo non può che rinforzare lo spirito delle cose. Come una pianta è rinvigorita dalla crudeltà apparente della potatura.

E al contrario è davvero sospetto che la materia si spieghi con la materia e viceversa. Ci si perde in una autoreferenzialità assolutamente sospetta. Infiorescenze barocche che possono solo indebolire una pianta.

Le bottegucce di Glastonbury apparivano improbabili con il loro bazar di oggetti new-age.

Ma che importa quello? Che cosa tolgono a me? In fondo queste persone mi somigliano per età, provenienza culturale hippy e qualche altro particolare che non è difficile desumere.

Dovendo valutare l’eventuale improbabilità di tutto questo capivo che dentro questa improbabilità potevo mettere le tende ed abitare agevolmente. Come del resto facevo da anni.

Trovai allora la cifra segreta della sospensione del giudizio e forse questa mia scelta è stata premiata. 

(continua)

 

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