Così offriremo i nostri occhi al mondo (parte prima)

Noi offriremo i nostri occhi al mondo

Terra dei Celti

Al confine tra i popoli del Nord ed il Sud

Tra il Nuovo ed il vecchio mondo

Tra la terra ed il mare

Tra il mondo visibile e il mondo invisibile

 Alan Stivell, Delivrance

Erba, 8 giugno 2011

Tutto fa pensare che domattina all’alba io prenda il largo alla volta della terra di re Artù, il Devon di Glastonbury e Stonehenge.
Che strana cosa, non riesco ancor bene a capire dove e cosa vada a fare se non che parto con amici.
Non mi era proprio mai capitato.

Scrivo queste note per cercare di capire.
Che c’entro io coi Celti? Io che reco fisionomia, caratteri psichici e somatici, origine, marcatamente mediterranea?
Ancor una volta devo spendere il verso dantesco

non so ben dir com’io v’entrai

tant’era pien di sonno a quel punto.


I primi giorni di gennaio 2010 mi hanno visto in condizione di debolezza, convalescenza da una operazione che mi ha quasi immobilizzato per 3 mesi. Ho un ricordo preciso del primo mattino in cui con l’auto mi avviavo verso le cure sanitarie ed ero abbastanza debole.
Frugando nel mio IPod (da anni vorrei scrivere su questo tema in relazione alla divinazione) frugando in quel marchingegno, non so come, mi imbattei nel brano d’ esordio del concerto a Dublino di Alan Stivell.
Anche questo grande musicista, va notato, è nel mio iPod quasi per caso. Sebbene lo abbia amato e ascoltato in passato, era lì per averlo scaricato su richiesta di un amico.
Immediatamente un brivido di energia percorse il mio organismo e qualcosa mi disse: questa sarà la tua musica dell’anno.
Una introduzione di uno strumento a fiato tipo cornamusa (mi dicono trattarsi di… “bombarda” guarda tu che nome!) e, in sequenza, un recitativo che mi apparve di qualcosa di profetico, sapienziale, rituale e rivendicativo di una dignità offesa. Coerente con altre mie convinzioni intorno al fatto che la salvezza europea possa venire solo dal nord.
Ancora oggi non riesco a riascoltarlo senza commuovermi!

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Non c’erano dubbi: era di una musica così che avevo bisogno. Qualcosa che mi infondesse coraggio, calore e forze fresche.

Come tutte le cose che ci toccano più in profondità il tutto si è depositato sul fondo.
Ovvio no? Le cose pro-fonde, si depositano sul fondo… Pro-fondo! Quasi un gioco di parole.
La mia vita è andata avanti come tutte le vite e come sempre, battaglie, scaramuccie, tregue, alleanze, illusioni e delusioni.
Anche cose molto positive ma sempre, comunque, molto sofferte. Cose che arrivano positivamente e inaspettatamente ma di cui ho avuto coscienza della fatica, del lavoro di tessitura che le ha preparate per anni.
Solo così il magico ci appare. Se lo abbiamo a lungo indagato, meditato, sofferto.
L’impressione a partire dal quel capodanno, fu comunque quella di un periodo di raccolta.

Nell’autunno per la seconda volta si è riattualizzata una figura che nella mia biografia già avevo conosciuto e di cui avevo apprezzato i benefici. Come mi accadde da studente di affezionarmi ad un insegnante, mentore, che divenne, oltre che padre elettivo, anche amico e compagno di iniziative culturali, così per la seconda volta mi è capitato di veder nascere, in senso rovesciato, una affettuosa e fraterna amicizia nei confronti di un ex-allievo.

Malgrado Massimo Cerra sia capitato nel seminario di pedagogia steineriana nell’anno in cui il mio programma sia stato più compresso e sacrificato (o forse proprio per questo!) ho ricevuto da lui una richiesta di collaborazione ad una trasmissione su KeltoiRadio da lui condotta.
Solo dopo diverse settimane di trasmissioni mi venne spontaneo associare KeltoiRadio, la radio dei Celti (Keltoi), con l’intuizione descritta intorno al recitativo di Alan Stivell.
Anche la scelta di Mariangela Lecci (altra giovane così ricca di talento) di proporre quella splendida immagine ad insegna del blog e del sito….. Già lì io mi chiesi: ma cosa c’entro io con il mondo di Tolkien che nemmeno ho letto! Sentivo però che andava bene così. Il mulino macinava in quella direzione. Perchè opporsi?

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