La carezza che fa crescere

Negli anni in cui scoprivo la psico-NON-analisi un incontro mi diede parecchio da riflettere.
Proverò a raccontarlo.
In casa di amici conobbi un giovane intorno ai vent’anni visibilmente zoppicante. Essendo io invalido e con una certa competenza in fatto di zoppie, mi informai intorno alla sua vicenda.
Era un ragazzo che questa famiglia di amici, particolarmente sensibile ed accogliente, aveva adottato e cresciuto insieme ad un paio di proprie figlie.
Il ragazzo non era un poliomielitico-lieve, come avevo pensato. Era semplicemente cresciuto in un orfanotrofio verso la fine degli anni Sessanta e zoppicava semplicemente perchè l’istituto in cui era ospite non disponeva di personale sufficiente. Nessuno lo aveva accompagnato nei suoi primi tentativi di assumere la posizione eretta e muovere i primi passi.
Non aveva sviluppato una sufficiente muscolatura nelle gambe semplicemente perchè aveva passato i primi tre anni di vita praticamente a letto.

Inutile dire quanto la vicenda mi colpii e mi fece riflettere. Spero che altrettanto provochi in chi la ascolta. Per questo ho sempre considerato una piccola missione il raccontarla.

Ma tutto questo giacque sul fondale della mia anima per diversi anni. Fino all’incontro, avvenuto circa 10 anni dopo con l’Antroposofia e la pedagogia steineriana.
Nelle scuole steineriane è noto il principio, indicato da Rudolf Steiner secondo cui se il bambino non è carezzato, toccato, stimolato sensorialmente e motoriamente non cresce.
Chi studia questo principio pensa a qualcosa che riguardi l’affetto, l’attenzione, al calore familiare, ma, sia l’indicazione steineriana, sia la lezione della esperienza narrata, indicano la verità letterale del principio.
La stimolazione tattile, la carezza, il sostenimento motorio, in una parola l’accudimento nei suoi aspetti fisici più concreti permette al bambino di compiere la sua potenzialità di sviluppo motorio.

Senza amore, in senso quindi più generale, l’essere umano non cresce. Non riesce a manifestare le potenzialità di compimento. Non sviluppa il suo progetto di normale sviluppo.
Eravamo pronti a pensare che un ragazzo non amato e accudito crescesse con un carattere ombroso e difficile.
No. La cosa sconvolgente è che non cresceva nemmeno in senso motorio.
Zoppicava da adulto per non aver compiuto quelle esperienze che avrebbero permesso un normale sviluppo muscolare.

Scusate se insisto, ma ancora oggi mi sembra qualcosa di estremamente radicale da comprendere. Qualcosa che trascende gli abituali canoni della psicosomatica ormai acquisita. Vira verso la somato-psichica ed oltre!
Mi sono allora abituato a pensare che l’amore non sia qualcosa che riguardi solo la manifestazione dei sentimenti e della vita affettiva.
L’amore è quanto permette all’essere umano, fin dalle sue origini, di manifestare le sue potenzialità.
Riportare questa idea alla biografia umana nel suo complesso ha implicazioni di uguale radicalità.
Come già ebbi modo di osservare parlando di amor cortese, l’adolescente compie la sua evoluzione psicologica innamorandosi di un individuo dell’altro sesso e, verrebbe da pensare, anche l’adulto amando trova completamente sé stesso e la propria evoluzione interiore.
Non si tratta quindi, nel caso dell’amore (filiale, parentale, coniugale) di espressione di passione e sentimenti.
Si tratta di comprendere come l’amore, in tutte le sue espressioni, sia il più potente formatore della completezza dell’essere umano.
Probailmente anche l’amore per il prossimo, quell’abbraccio di Francesco d’Assisi al lebbroso, anche quello è qualcosa che non smette di lavorare alla costruzione di una umanità sempre più degna di questo nome.
In fondo Giordano Bruno, che credeva che la conoscenza non andasse senza l’amore e la passione degli “eroici furori”, ha pagato proprio per questa terribile eresia.
Meglio che mi taccia, se ci tengo a non finire abbrustolito.
Riprenderemo il discorso in altro modo sicuramente e presto!

4 pensieri su “La carezza che fa crescere

  1. Ho i brividi! Avevo già una profonda consapevolezza del potere dell'amore, ma la descrizione di questa testimonianza penetra nel profondo e scuote la coscienza!
    cristina pagliarosi

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    Mi ha emozionato leggere questo post; quando ho studiato l'esame di psicologia generale sono rimasta colpita – ma non certo perchè non lo sapessi già – da un'affermazione : che "il bisogno di contatto è più importante di quello di nutrimento" ciò è considerarto come una conseguenza della teoria dell'attaccamento di Bowlby per cui l'attaccamento è il sistema motivazionale centrale dello sviluppo del bambino.

    Ciò che mi ha colpito è che una volta tanto tanto si afferma una verità anche a livello scientifico!

    (Infatti un certo Harlow ha fatto dei bellissimi esperimenti sulle scimmie rhesus per confermare

    questa teoria).

    La consapevolezza che la soddisfazione dei bisogni di protezione, di calore da parte del caregiver, possa fare la differenza tra vivere e il lasciarsi morire, bhè è qualcosa di cui è difficile renedersene veramente conto.

    Grazie !


    1. Grazie a te della riflessione che, a tua volta ci offri, sulla differenza tra il vivere e il lasciarsi morire!

      Io non credo però che la distanza tra le visioni della scienza fisica e le scienze umane non siano così grandi quanto a volte ci appaiano.
      Gli attuali sviluppi della fisica quantistica, per quanto controversi, mi pare vadano nella direzione di affermare cose che per un psicologo sono sempre state evidenti.
      Che il fatto di osservare qualcosa modifica l’oggetto osservato!
      Hai présente quando diciamo a qualcuno:…. sii spontaneo!
      Sembra che anche le particelle elementari si comportino come i bambini timidi!

      Grazie dell’attenzione!

  3. E’ CONFORTANTE TROVARE RISCONTRO SCIENTIFICO AD UNA CERTEZZA GUADAGNATA VIVENDO.IL BAMBINO HA BISOGNO DI CONTATTO FISICO AMOREVOLE E COSTANTE COSÌ COME HA BISOGNO DI LATTE, NELLA SUA PRIMISSIMA INFANZIA, ASSUNTO DALLA MADRE.L’ADULTO, SOPRATTUTTO SE ABBISOGNEVOLE DI SOSTEGNO, HA EGUALMENTE NECESSITÀ, INSIEME AI FARMACI, DEL CONTATTO FISICO SOTTO FORMA DI ABBRACCI,DI BACI, DI ASCOLTO.C’È NECESSITÀ DI CONFERMA CHE IL MONDO TI ACCETTI E TI AMI AL DI LÀ DELL’IMPEDIMENTO FISICO LIMITANTE.A VOLTE LA STANCHEZZA DEL QUOTIDIANO DISTRAE E LA ” CURA” SI LIMITA ALLA SOMMINISTRAZIONE ASETTICA DI FARMACI, PASTI, OLTRE ALLE PAROLE “GIUSTE” DI UN VIVERE CIVILE.NON BASTA!!! SERVE AMORE MANIFESTO E INTENSO PER ACCETTARE UNA VITA CHE TI METTE UN POCO AI MARGINI.GRAZIE.

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