L’enigma del cioccolato. Introduzione al Pragmatismo Sublime.

Cioccolato - Oggetto del desiderio

Mi accingo con questa pagina a proseguire una riflessione sull’alimentazione iniziata nella pagina precedente riguardante la psicologia della dieta.

La formulazione dell’enigma del cioccolato è uno di quei “confetti” che custodisco nello scrigno delle mie prelibatezze da diversi decenni.

Mi sento fortunato ad avere una relazione con le “dolcezze” che non mi appare maniacale.
Le dolci prelibatezze a casa mia sono consumate a ritmo lento. Si aprono ogni tanto e una volta aperte durano un tempo più che ragionevole.

Così per il cioccolato di cui faccio uso quasi essenzialmente nella stagione invernale. In un inverno ne consumerò approssimante cinque tavolette.

Il cioccolato, insieme ai generi di pasticceria tradizionali, da tempo costituisce l’oggetto delle mie riflessioni.

Notoriamente il cioccolato è un oggetto del desiderio di molte persone.

Uno dei miei insegnanti di lavoro biografico, il dottor Robert Gorter, era olandese e le sue argomentazioni erano letteralmente infarcite di cioccolato, di cui come tanti olandesi, era consumatore accanito.

Per fortuna un’altro dei miei insegnanti più amati era uno svedese che divorava cetrioli come noi sgranocchiamo una mela o il dottor Gorter estraeva una cioccolatino dalla tasca della giacca.


Ma torniamo alla cioccolata, dato che sono insofferente ai cetrioli!

La cioccolata ha un gusto caratteristico che tutti conosciamo bene.
Ma da qualche decennio, lo ripeto, ho creato mentalmente, ma spesso lo esercito realmente, un piccolo esercizio della sensibilità. Una sorta di test sensoriale.
Sì, perché piuttosto che idealista, preferisco essere un pragmatista. Non ho una filosofia ma se ce l’avessi la definirei “Pragmatismo sublime”.

Un primo esercizio di Pragmatismo sublime allora potrebbe essere questo.

Prendiamo un centimetro cubo di cioccolato. Assumiamolo. Assaporiamolo. Degustiamolo ed ascoltiamo le nostre sensazioni con la massima attenzione ci sia possibile.
Se, come il sottoscritto, avete attitudine alla meditazione di consapevolezza, osserviamo tutte le sensazioni che ci porta questo centimetro cubo di sostanza “stupefacente”. Si, è stupefacente quanto possa piacerci il cioccolato.
Osserviamo in particolare l’intensità della sensazione. Paragoniamolo alla sensazione che ci può portare un centimetro cubo di riso integrale. O un centimetro cubo si melanzane alla parmigiana.

Da decenni ho coniato la sentenza:

 

Il riso integrale sarà anche una medicina
ma le melanzane alla parmigiana sono una psicoterapia.
Ma allora il cioccolato potrebbe essere stupefacente come uno psicofarmaco.

 

Non è così strampalata l’idea, dato che mi han detto contenga endorfine!

Ma tornando al nostro centimetro cubo di cioccolato, mi chiedo, per quanto tempo dopo l’assunzione a digiuno, permanga traccia nel palato del suo intenso sapore.
Sono sicuro che concorderemo sul fatto che il tempo di persistenza del sapore del cioccolato è di gran lunga superiore a quello di altri cibi meno saporiti.
Ma allora, e qui veniamo alla domanda cruciale.

Perché facilmente ne mangiamo compulsivamente? Sempre di più e sempre più spesso.

In fondo il criterio di persistenza del gusto ci potrebbe permettere di assumerne poco per godere il suo gusto senza intossicarci.
Invece sembra che più ci piaccia un gusto deciso, più si desideri assumerne. Di più e più spesso.

Benvenuti nel paradosso delle tossicodipendenze!

Ma se state dalla mia parte, benvenuti nel mio Pragmatismo sublime.

Pragmatismo perchè cerchiamo di parlare di ciò che esperiamo.

Sublime perché essere “pratici” e non “idealisti” non significa non considerare le cose sublimi.


Enigma del cioccolato, per come ho provato ad enunciarlo, è l’enigma delle tossicodipendenze e delle psico-dipendenze.
Vale la pena di indagarlo, non vi pare?
Vale la pena di non lasciarne l’esperienza a quelli che chiamiamo comunemente “drogati”.

Finché sono esistite (e in città ne sopravvivono poche) le droghe erano vendute nelle drogherie.
Il cioccolato era il principe delle drogherie!

 

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