Meditazione di Natale 2017. Parte II. Le 12 notti sante.

Meditazione Natale 2017 Le 12 notti sante

Questa pagina contiene la seconda parte della traccia della serata del 12 dicembre scorso. Era stata annunciata per il giorni delle Notti sante tra Natale e l’Epifania ma ha subito un vistoso ritardo per i motivi che sto per indicarvi.
Sembra che in Italia 2 milioni di persone abbiano passato le feste a letto influenzati.

Cominciamo l’anno con la considerazione che siamo persone influenzabili. Da mille cose. Forse la nostra biografia è la mappa delle influenze….

Siamo influenzabili, subiamo influenza e il conto di 2 milioni di italiani allettati è impreciso. Io ne ho contati almeno 2 milioni e due! Aggiungo il sottoscritto (che sta affrontando la terza influenza dall’autunno a oggi) e l’editor di questo sito: Mariangela Lecci che non posso nominare senza ringraziare ogni volta per riuscire a lavorare con un pazzerello come me.
Io sono un vecchietto e anche per le influenze i miei coetanei finiscono in ospedale o peggio, ma Mariangela è giovane e nemmeno lei riesce a riprendersi dopo 10 giorni!

Insomma, facciamocene una ragione e incominciamo l’anno comunque col sorriso e con una gratitudine estesa alle influenze!

Ero dispiaciuto per il ritardo: avrei voluto che mi poteste leggere  nel trascorrere delle Notti Sante… Se leggete la pagina comprenderete perché. Ma ho pensato poi e, nel finale della pagina lo avevo già evidenziato, che l’attenzione ai sogni delle notti sante non è un “oroscopo” (con tutto il rispetto per l’astrologia) dell’anno nuovo.
Io penso tutto l’anno e da tanti anni al mistero del seme del tempo e del destino.
Esiste questo seme? È pensabile senza togliere nulla alla storia e alla nostra libertà?

Benvenuti nel mondo di chi queste domande prova a porsele anche se non ha e non pretende una risposta.[/message_box]


Rewind

Ogni sera, sedendo sul letto o su una comoda sedia, possiamo ripercorrere, a ritroso, il percorso della nostra giornata.
La tecnologia (che non fa che mimare le funzioni fisiologiche umane) ci offre una idea molto pertinente.
È come se potessimo rivedere a ritroso la pellicola dell’esperienza della nostra giornata.
Come nel prodigio del cinema vedremmo la nostra persona dall’esterno ripercorrere ogni passo.
Dall’ultima cosa che abbiamo fatto, progressivamente verso il momento del risveglio che ci riporta nuovamente al letto. Il teatro della coscienza notturna.

Ogni sera ripetere questo esercizio rituale può essere il modo di concludere la giornata.
È un esercizio presente nelle tradizioni spirituali esoteriche (Rosicrucianesimo, Antroposofia) e ne troviamo traccia anche nell’esercizio cristiano del cosiddetto esame di coscienza.
Può essere un buon modo di concludere la giornata ma, al mio sguardo, acquista uno spessore maggiore.

In Palestra

A me questo esercizio ricorda qualcos’altro… Come se fosse una prestazione di allenamento in palestra per una competizione olimpica che deve avvenire in un tempo maggiore e più solenne.
Del resto, da sempre, la meditazione è indicata come una preparazione ad una buona morte. Una preparazione in vita al fatale passaggio.

Alla mia immaginazione questo esercizio ha richiamato una narrazione che caratterizza la spiritualità antico-orientale. Una narrazione suggestiva, per molti oggetto o meno di credenza, che attraversa la cultura umana e che a mio avviso, non va necessariamente creduta o mis-creduta. Può essere semplicemente ascoltata.

Olimpiade

La narrazione che descrive dai momenti successivi alla morte un ripercorrere dalla coscienza a ritroso lungo tutto il corso della vita di veglia fino alla nascita.
Un “esame di coscienza” più esteso dunque, rispetto al quale l’esercizio serale costituisce una preparazione. Un allenamento quotidiano rispetto ad una Olimpiade a venire. Una prestazione finale che, secondo queste antiche narrazioni plasmerebbe il destino della vita successiva nel ciclo delle reincarnazioni.

Ripeto che non parlo di qualcosa che per me comporti una qualche forma di credenza. Non mi appare importante questo. Ciascuno creda quel che crede. Per me la posta in gioco è l’ascolto. L’ascolto delle ragioni che possono aiutarci a vivere meglio nel modo che riteniamo, che abbiamo scelto.

Ancora REWIND ma stavolta di ruoli!

Rudolf Steiner sottolinea un aspetto che a me appare particolarmente significativo. Precisa che questa revisione avviene non dal punto di vista del nostro sentire ma da quello dell’effetto che le nostre azioni hanno generato nel sentimento degli altri.
Sperimenteremo i sentimenti che le nostre azioni hanno provocato nell’animo degli altri. Da questo dipenderà la plasmazione del destino di eventuali vite future.
Questa revisione può facilmente essere messa in relazione con le narrazioni cristiane intorno al Giudizio finale, al Purgatorio, ad una Commedia esemplare e Divina che ben conosciamo!

Tra questo “minimo” della revisione serale della nostra giornata e il “massimo” della revisione totale della nostra vita, si gioca la questione che mi sta a cuore porre qui.

Questo ripercorrere a ritroso il “corpo temporale” (l’oggetto della biografia) nell’esempio della giornata ci riporta al momento del risveglio. In quello dell’intera vita alla nostra nascita.
In entrambi i casi ad una discontinuità. L’attraversamento di uno stato di coscienza altro.

Se anche la neurofisiologia meno “ingenua” riconosce nel sonno una rigenerazione, una riprogrammazione neuronale, qualche indizio “poetico” può suggerire che nel buio del sonno germogli il seme del giorno.

Il seme del tempo dorme nel tronco?

E anche questo, alla mia immaginazione evoca altro.
Penso alle notti tra Natale e l’Epifania. Quelle che secondo la tradizione cristiano-ortodossa conduce al Natale il 7 di gennaio.
Anche qui non resisto al fascino della narrazione secondo cui in ciascuna delle Notti Sante si deponga il seme di ogni mese dell’anno futuro.
E un po’ come nella revisione a ritroso del tempo vissuto il tempo da vivere si generi nel senso opposto al tempo cronologico. Non dall’Ariete ai Pesci ma dai Pesci all’Ariete.
La prima notte santa genererebbe il tempo dei Pesci nell’anno futuro, la seconda il mese dell’Acquario e così via.
Quasi fossimo sognati in una prospettiva inversa. Quasi la notte sia un giorno per un’altra notte.

Alle soglie di questo mistero conduce per me la meditazione della biografia umana.
Lo formulerei semplicemente così: come può l’idea di un seme del destino convivere con lo spirito della libertà umana?
È una domanda semplice. Secca. Ed io non smetto di pormela negli anni.
È una domanda per cui vale la pena di vivere un altro anno. A Dio piacendo.

Dal profondo del cuore i miei auguri più cari.

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