Scarpe


La via che conduce al Paradiso la immagino bordeggiata a ritroso da tutte le scarpe che ho usato e smesso nella mia vita. Un po’ come i sassi di Pollicino.

La prima considerazione, non proprio ovvia, che nasce da questa premessa è per me una certezza: in Paradiso si va a piedi.
Ma la via è lunga e le scarpe abbandonate, i segnapista del sentiero celeste, non si trovano proprio ad ogni metro.
A volte bisogna camminare un po’ tra una scarpa e un’altra, prima di sapere se si è fuori strada.
Si sbaglia anche strada. Ma, come lo si capisce?

Lo si capisce non solo perché non si incontrano scarpe ai lati della strada. In fondo il desiderio e la speranza di arrivare restringono o dilatano la percezione dell’ampiezza dell’intervallo tra una scarpa e un’altra scarpa.

A volte capiamo di aver sbagliato strada perché incontriamo le scarpe di un altro. E’ una strana sensazione quando accade.

Per un verso ti vien da pensare che se c’è passato qualcuno ci puoi pur passare anche tu.

Ma ben presto la necessità che ognuno arrivi alla meta a suo modo diventa più forte di ogni altra cosa e nasce un senso di disagio per il fatto di entrare, anche solo metaforicamente, nelle scarpe di un altro e spiarne il percorso.

L’insidia forse più grossa però nasce dal fatto che non è detto che ciascuno di noi ricordi esattamente tutte le scarpe con cui ha camminato.

Un’altra particolarità del viaggio acuisce quest’ultima difficoltà. Nel cammino verso il paradiso incontriamo progressivamente le scarpe che abbiamo consumato in ordine temporale contrario.
Prima incontriamo le scarpe appena smesse e non è difficile riconoscerle ma, progressivamente, alla memoria vengono chiesti sforzi sempre più grandi e, a volte, occorre fermarsi e cercare di ricordare se davvero la scarpa trovata era nostra.

Chi ha esperienza del cammino sa che non sono momenti persi. Ma non è bene anticipare molto altro se non che esiste una ulteriore difficoltà estrema.

Quella di ripercorrere gli ultimi tratti. Il cammino percorso nel tempo in cui non calzavamo ancora le scarpe. Forse non camminavamo neanche!

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2 pensieri su “Scarpe

  1. Leggendoti mi rendo conto solo ora che spesso ho calzato scarpe di qualche numero più grande del mio.Forse per questo ne ho perdute tante lungo il cammino e mi sarà quasi impossibile riconoscerle. A forza di calzare anche quelle non mie ho camminato a lungo scalza.Cercherò le orme fino alla fine di questa faticosa camminata…
    Psykopratika Corinna

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