Le smanie per la villeggiatura. Antropologia della vacanza

L’amico, il paziente lettore e lettrice, avrà forse pensato che, come un anno fa, io mi sia addormentato senza salutare gli ospiti perdendomi nella vacanza estiva.
Non è così.
Almeno non del tutto.
Un po’ di vacanza ma il mio pensiero è ancora sveglio e, come per molti, lotto con le avversità della vita quotidiana private e pubbliche. Questa epoca che non ce le fa mai mancare.
Ma sono ancora al mio posto. Cerco di accompagnare e accordare il mio respiro col respiro dell’anno nel ritmo stagionale. Che ancora una volta ci porta a perderci nella luce solare.
Manda il nostro pensare in quello stato di vacanza.
Pur vagando e vacando, lo sforzo di essere presente al presente è sempre lo sforzo che sorregge la mia esistenza e la sua ricerca di senso.

Estate 2016.È il primo di agosto, il lunedì dopo la domenica in cui i Musulmani sono andati a Messa.
Lascio ad altri, e non mancano, il compito di ricamare florilegi su questo evento che mi interessa davvero poco. Mi suscita anzi un pizzico di diffidenza.
La mia attenzione stamane invece è rimasta catturata da questo articolo su “La Stampa”.

antropologia-della-vacanza

 

Ci racconta le gesta di esseri umani dell’Estremo Oriente (Filippine e dintorni) e dell’Estremo Occidente (Sudamerica). Notoriamente qui gli Estremi(sti) sono persone sorprendentemente pacifiche. L’oceano Pacifico, appunto, li collega!

Mi ha commosso il loro rito pagano.
Considero il Paganesimo, il rovescio del Monoteismo (Ebraismo, Cristianesimo, Islam) e gode presso di me la massima considerazione.
Sudamericani e filippini, partono da Milano intorno alle 2 della notte per giungere verso le 4 del mattino su una bella spiaggia della Liguria che anch’io conosco ed apprezzo.

Il rito pagano del bagno di mare come abluzione (penso anche alle abluzione nel Gange) ha origine remote ma sopravvive d’estate nelle nostre spiagge.
Certo ognuno se lo concede come può.

Abluzioni nel Gange

 

Ma a dispetto della povertà degli estremi orientali ed occidentali di cui sopra, la fede dev’essere davvero grande per svegliare quelle persone a quell’ora e trascorrere così una giornata nell’esecuzione di un esercizio spirituale che evidentemente li sorregge.

Del resto lo facciamo anche da noi, con minor dispendio di energia. La domenica c’è chi frequenta la chiesa e chi lo stadio. Chi la discoteca, il venerdì sera per prepararsi al sabato del villaggio.
Alcuni individui particolarmente scrupolosi cercano di esserci in più d’uno di questi appuntamenti! Ci si prova!
Sport e Chiesa sono la formula degli Oratori e ci sono giovani che non sdegnano la discoteca ma cercano di andare anche in chiesa o allo stadio. Ragazzi per bene. Di buona famiglia.

Le “smanie per la villeggiatura di goldoniana memoria costituiscono infine un ritualismo squisitamente borghese.
Il ritualismo estivo che ciascuno interpreta a modo suo.
A chi non avesse idea del tono di quest’opera di Godoni consiglio di consultare il link che ho indicato.
Mi rendo conto che l’accostamento può apparire arduo ma… più ci penso più mi convinco.
Anche il borghese in spiaggia d’estate compie la sua abluzione rituale.
Le smanie per la villeggiatura dell’epoca post-moderna, o iper-moderna, sono queste.
Si, nella mia immaginazione il pullman di sudamericani e filippini, l’abluzione rituale e le smanie per la villeggiatura si avvincono nel nodo che cerco si evidenziare.

°°°

Ma se mi dovessi chiedere che cosa è più sacro per me… Se dovessi fare la mia professione di spiritualità laica, come la chiamano i miei amici di Mitobiografica… Risponderei che per me la cosa più sacra è la presenza mentale.

Essere presenti al presente.
Qui e ora.
Cercando di dimorare in quella condizione che qualche mistico chiama
il contatto con l’Eterno Presente.
Solo dimorando nel qui e ora possiamo collegarci con l’Eterno Presente.
Quel punto sublime da cui il passato e il futuro appaiono come una illusione.
L’incubo del passato ci incatena alla serie interminabile delle cause e degli effetti.
Alimenta i sensi di colpa e l’aspirazione a governare il destino.
L’illusione del futuro invece ci porta a perderci in aspettative.
 Ci catapulta nell’aspirazione ad una Redenzione.

Mi viene da pensare, tornando ad Ebrei, Cristiani e Musulmani che tali professioni possano recare a volte più danni che benefici. Ne ho scritto qualcosa qui ma non solo.

Io non attendo alcuna Redenzione. Cerco di vivere nel presente. Di rendere abitabile il qui e ora.

È possibile farlo?
È possibile vivere questa epoca cruciale senza la stampella dell’attesa, senza confidare in una promessa di redenzione che accomuna e caratterizza i tre monoteismi?

Io ci provo e affido questa pagina alla vostra attenzione.
Un attenzione che mi auguro pietosa. Ma non confido in alcuna Misericordia.
Vorrei provarne a fare a meno.
Paradossalmente io, visibilmente invalido, ci provo a poggiare sui miei fragili piedi.
Quelli che mi offrono il contatto col la terra.
L’appuntamento con il presente.
Ogni istante. Qui ed ora.

4 pensieri su “Le smanie per la villeggiatura. Antropologia della vacanza

  1. Ciao Francesco. La vacanza da non perdere,per quanto retaggio borghese,come dici,serve a molti a “staccare la spina” e ritemprarsi…Parlo per i miei ,non per me eterna ormai zavorra al loro seguito…MI PORTO IN GIRO…MA SONO QUI,A LEGGERTI.Che questo periodo ti giovi ; rilassarsi un po’…non ci modifica.Ti abbraccio.❤

  2. Grazie Francesco. Ti leggo dalla terra che Pitagora abitò. Per me la vacanze hanno sempre voluto dire viaggio e quindi scoperta, contatto con la diversità, spiazzamento, apprendimento, anche fatica (benefica). Domani posso dedicarti due passi in acqua nello splendido mare di Sovereto? Alla sera musica, reading, cinema e teatro in pineta http://www.anotherbeach.com (un po’ di battage per il progetto Arci ci vuole)

    1. Caro Claudio
      grazie dell’attenzione!
      Anch’io ho amato quel tipo di vacanza finché la salute me lo ha permesso.
      Ora faccio tesoro del dono dei due passi che mi fai fare nella terra di origine della mia famiglia.
      Lancerò anch’io sul social net il progetto dell’Arci che proponi.
      A presto
      fr

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