Il lavoro del silenzio. (Meditazione su “tre silenzi”)

Meditazione sul silenzio

Io non potrei scrivere così se non custodissi nel cuore la poetica di Dylan e di Cohen. La svolta che mi avvicina più ai 70 che ai 60 anni è un tornante da cui sento non si transiti facilmente senza perfezionare l’arte del lasciare andare. Dell’Arte di lasciare andare sento parlare da più di trent’anni. Ma prima, da giovane, suonava come una esortazione morale, nel migliore dei casi una proposta di esercizio spirituale.
Ora mi appare come una necessità irrinunciabile per transitare da certi varchi del tempo. Ma che cosa ha prodotto in me questo cambiamento di punto di vista?

Giocando a nascondino. Con la Befana!

Quest’anno la Befana che mi ha tagliato la lingua. Mi ha nascosto la penna. Ma stamane, sul comodino qualcosa ho trovato e di nascosto annoto qualcosa.
Entriamo nel settimo anno di esistenza di questo sito e se volete capire meglio cosa significhi un settimo anno (voi penserete alle crisi delle coppie nel settimo anno?) potete anche frequentare il seminario che partirà il primo di Aprile. Vi spiegherò tutto.

Il dono del silenzio. Introduzione alle più basilari tecniche della meditazione di consapevolezza.

Stanze di meditazione a Milano

La meditazione è sicuramente un fatto individuale. Ma l’introduzione, la guida alle più comuni difficoltà sperimentate sempre da chi provi a praticarla, può invece beneficiare della presenza di gruppo e della condivisione di impressioni e difficoltà. Da martedì 28 febbraio ho deciso di riaprire una stanza di meditazione. Vediamo tutti i dettagli.

Le smanie per la villeggiatura. Antropologia della vacanza

L’amico, il paziente lettore e lettrice, avrà forse pensato che, come un anno fa, io mi sia addormentato senza salutare gli ospiti perdendomi nella vacanza estiva.
Non è così. Almeno non del tutto. Pur vagando e vacando, lo sforzo di essere presente al presente è sempre lo sforzo che sorregge la mia esistenza e la sua ricerca di senso. Vi offro questa lettura-riflessione sul concetto di villeggiatura.

#Urbanzen e la festa delle lanterne. Una meditazione fuori di testa

Festa delle lanterne 2015

Nel solstizio d’estate ci si perde, si esce dalla propria testa, si è letteralmente “fuori di testa” e ci si precipita nel ventre del cielo verso le costellazioni più lontane.
In quel tripudio di luce, ci si può sentire persi e confusi. Per questo le tradizioni più diverse hanno forgiato la festa dei fuochi e delle lanterne accese qui in terra.

Meditazione dinamica

Meditazione in 5 step

L’estate, malgrado solo in estate molti meditanti possano fare un ritiro, non sarebbe il momento più adatto al lavoro interiore. In estate si vive “fuori” e non solo di testa 😉 mentre l’introspezione è più facile d’inverno.

Il bacio dei ragazzi scappati di casa (tè filosofico del 21 novembre)

Il bacio dei ragazzi scappati di casa

Domenica concludiamo con una libera conversazione guidata il primo tratto del nostro cammino. Quello che dall’equinozio d’autunno ci sta portando verso il solstizio d’inverno. Seguirà poi l’incontro con il prof. Nardone che dovrebbe introdurci al nuovo tema delle relazioni interpersonali che si articolerà chissà come nel nostro cammino! Cercavo di indicare la settimana scorsa il cammino che si è dipanato in modo inaspettatamente consequenziale. Forse semplicemente perchè abbiamo camminato. Camminando da qualche parte si arriva e il senso si tesse nel racconto. Camminando si arriva sempre a casa, suggeriva il finale del video proposto. Domenica scorsa, tra le tante cose suggestive che Italo Bertolaso ci ha proposto ne ricordo una. L’immagine secondo cui il camminare è una forma del disimparare. Il camminare purifica la conoscenza. La porta giù dalla testa ai piedi. Una delle prime riflessioni sui nostri incontri parlava del sostenere contemporaneamente due punti di vista contrapposti. Questo ne è un altro bell’esempio. Per un verso il camminare, nell’esercizio peripatetico, è una vecchia conoscenza degli albori del cammino filosofico. Passeggiare conversando, dialogando, per studiare, per imparare. Per altro verso il camminare per dimenticare. Per disimparare. È Platone stesso che nel Simposio, sistema le cose, indicando che lo studio prenda le mosse dal disimparare quanto si è appreso in un primo tempo. La vera conoscenza è invece quello che ciascuno cerca di fare riemergere dalla dimenticanza delle cose apprese. Italo indicava anche è nel viaggio che emerge chi veramente si è. E lo ricollegava all’eterno mito della fuga da casa dei ragazzini. Ci ha raccontato che la fuga da casa nel ragazzino in altre culture è stata riconosciuta come una vera e propria vocazione sciamanica. Mi si è affacciato alla memoria allora un verso del mio caro amico poeta Carmelo Pistillo. Gli rubo il verso per il titolo e dopo […]

TAGLIARE LE CORDE DELL’ARPA (Libera pluridecennale riflessione sulla psicanalisi)

Le corde dell'arpa

Negli anni sessanta e settanta mi capitava di partecipare alla sensazione che la psicanalisi avesse a che fare con qualcosa di “scandaloso”. Era facile, ancora in quegli anni, trovare nel riferimento alla sessualità qualcosa di scandaloso. Echi dello sconcerto che il dott. Freud deve avere generato nella Vienna cattolica e “cacanese” Di acqua sotto i ponti ne è passata talmente tanta che vien da sorridere a pensarci. Oggi abbiamo forse più pudore a parlare dei nostri sentimenti che non della nostra vita sessuale e tutto sommato non è un cattivo segnale. Probabilmente al suo nascere la psicanalisi ha scandalizzato anche per il riferimento alla vita sognante e alla paradossale disciplina della libera-associazione. Sono rimasto profondamente colpito negli anni passati, dialogando con anziani e scoprendo di quale infinitamente maggiorre capacità di concentrazione fossero capaci. Noi al confronto siamo molto più immersi nei nostri desideri, nelle nostre fantasticherie…. Siamo molto più frammentati. E’ passata molta psicanalisi ed un po’ di psichedelia nella cultura di massa al punto che la libera associazione è diventata quasi la regola prevalente nelle nostre conversazioni. Anche facendo cultura. Diciamo quel che ci viene in mente e spesso abbiamo una notevole difficoltà ad ascoltare ciò che l’altro sta dicendo. Facciamo davvero fatica a seguire un filo logico. Forse solo i filosofi, che non a caso ci appaioni spesso cervellotici, sono in buona parte ancora legati ad una esigenza di concatenazione logica dei pensieri che, lo ripeto, nelle generazioni precedenti, era più facilmente la norma. Il riferimento alla sessualità e alla libera associazione non scandalizza più una cultura del nostro tempo che usa il riferimento alla sessualità come veicolo di penetrazione pubblicitaria. Analogamente, dire ciò che ci salta in mente ci appare un sacrosanto diritto acquisito. Certo si potrebbe obiettare che la sessualità non è proprio solo quello. Nemmeno […]