Tre sepolture #Dylan #Trump #Cohen

Buddha - Long Beach - California
Foto Copertina: Un seggio elettorale a Long Beach, California (AP Photo/Jae C. Hong)

Ho usato l’immagine della sepoltura più di una volta qui.

A proposito della pubblicazione di un mio libro, ma anche riflettendo sulle elezioni politiche, con riferimento all’urna elettorale in cui muore ciascuna scheda per fare emergere l’identità della cosiddetta volontà popolare in cui ciascun elettore si dissolve.

Nel mese in cui ho festeggiato il mio 66° compleanno (anche i compleanni sono riti di sepoltura di un anno trascorso) ho riconosciuto nell’attualità l’immagine di tre sepolture.
La prima l’ho trovata nell’assegnazione del Nobel per la letteratura a Bob Dylan.
Forse lo abbiamo notato nel social-net. Siamo diventati un po’ tutti collezionisti di figurine. In occasione di un Nobel o di una morte incolliamo diligentemente le figurine corrispettive.
Anche a me piace giocare a figurine ma preferisco farlo solo in quello che considero il giusto ambito: Pinterest o Tumblr.
Non ho incollato per l’occasione nessun figurina.
Il repertorio di Bob Dylan costituisce praticamente la colonna sonora della mia biografia.
La sua opera mi è penetrata nel midollo delle ossa.
Non ne parlo. Si parla di ciò che si vede. Di ciò che si pensa. Ma come parlare di qualcosa che dorme nel midollo delle ossa? Meglio tacere.
Lascio ad altri la conversazione. Non sarei “obbiettivo”. Ho sentito molte buone ragioni. Alcune esternazioni le ho trovate sintomatiche. Ma nulla che mi abbia determinato a prendere parola.

Prendo la parola infine solo per dire che un Nobel mi appare un sepolcro.

Magnifico, come la piramide di un faraone. Ma pur sempre un sepolcro. Allora preferisco che Dylan dimori nel midollo delle mie ossa. Lo lascio partecipare a quanto di vivente cerco di fare. Non scriverei così ne non dimorasse nelle mie ossa il balsamo dell’opera di Bob Dylan. Penso alle sue prime parole che ho incontrato verso i 16 anni e che mi hanno folgorato….

Wintertime in New York town,
The wind blowin’ snow around.
Walk around with nowhere to go,
Somebody could freeze right to the bone.
I froze right to the bone.
New York Times said it was the coldest winter
in seventeen years;
I didn’t feel so cold then.

 

Inverno a New York Town
il vento soffiava la neve tutt’intorno
camminavo su e giù senza un posto dove andare
Si sarebbe potuto gelare fino alle ossa
ed infatti io gelai fino alle ossa
il New York Times diceva
che era l’inverno più freddo da diciassette anni
Io non avevo così freddo allora

 

 

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Veniamo alla seconda sepoltura.
Ho già parlato dell’urna elettorale come il luogo della sepoltura della scelta individuale che generi la scelta, la volontà collettiva.
È così per ogni elezione. È sempre un po’ morire e risorgere in una immagine nella quale possiamo riconoscerci o meno.
A volte ci appare mostruosa ma io da tempo penso che, per quanto possa apparirci mostruosa, vale la pena di guardarla bene e di confrontarcisi.
Io non ho votato così ma il risultato è questo e anche questo sono io.
Mi sono allenato a tutto questo negli anni del berlusconismo. È stata una buona scuola. Non ho mai votato per lui ma non ho mai speso una parola per esecrarlo. Ho minacciato molti amici pedanti: se non la smetti lo voto anch’io.
Non ho amato particolarmente Umberto Eco ma mi è rimasta impressa una sua dichiarazione dopo il primo successo elettorale di Forza Italia. Mi spiace non trovarla più on-line.
Sosteneva che non era detto che fossimo i peggiori. Non era detto che fossimo gli ultimi della classe. Avremmo potuto essere i primi

Ho sviluppato già questi pensieri in una pagina che amo e ritengo importante dopo le ultime elezioni politiche in Italia. Si intitola “L’anima e l’Urna”. La trovate qui.
Non mi resta che estendere il teorema e applicarlo alle elezioni di Trump.

“Urne elettorale negli USA”

E, per disciplina dico, per disciplina oso dire. Sì, anche quello sono io! Anche se non sono americano e non ho votato.
Invece non trovo nessuno che si riconosca in questo risultato. Il suo elettorato sembra ancora una volta una maggioranza silenziosa, irrequieta ma silenziosa. Non ho sentito alcuna voce levarsi in proposito. Almeno nella cerchia delle mie frequentazioni. Tutte analisi più che considerevoli ma nessuno che dica: si, quello sono io e sono contento! In ogni competizione mi chiedo sempre chi gioisca e chi no. Mi auguro sempre che tutte le squadre possano vincere a turno. Altrimenti le tifoserie si incattiviscono.
Qui da noi non sembra gioire nessuno. O almeno non lo dichiara.
Ma ogni regola ha le sue eccezioni ed io saluto con piacere questa eccezione e la rilancio qui.

Ce la offre una giovane donna, presumibilmente tra i 30 e i 40 anni.  L’ ho conosciuta personalmente una ventina d’anni fa. Una persona di buona cultura e ricca di sentimento, ora mia amica su Facebook.
Ha pubblicato questo commento:

Alice ‘drusilla’
9 novembre alle ore 12:27 

Mi piace la vittoria di Trump.
Mi è piaciuta la notte elettorale, con la grande stampa, i sondaggisti, gli opinionisti e gli intellettuali con la puzza sotto il naso, che consideravano Trump alla stregua di una cacca sul tappeto, battuti ancor più sonoramente della Clinton. Non ci avete capito niente, così come non avevate capito niente della Brexit. Il messaggio degli elettori per loro è solo questo: non capite più nulla di questo mondo, fatevi da parte.
Mi è piaciuta l’adrenalina e soprattutto l’imprevisto. Perché Trump è la cosa che non ti aspetti, l’improbabile, l’ingresso dell’imprevedibile nella scena mondiale. E sono sempre gli imprevisti la cosa più affascinante, nel bene e nel male. Mi piace perché era un perdente per tutti, trattato come un idiota, una macchietta, un pazzo pericoloso a cui non mettere in mano la valigetta con i codici nucleari. Vedere la sua faccia vittoriosa, in diretta mondiale, è uno schiaffo meraviglioso ai benpensanti di ogni latitudine. Mi piace perché è la rivincita dell’elettore medio basso, di quello sporco e cattivo che non piace a chi fa i sondaggi (e infatti li sbaglia), ma che a votare ci va lo stesso, alla faccia degli intellettuali col naso arricciato.
E mi piace, tanto, che la Clinton non abbia portato a casa il voto delle donne. Perché, se c’è una cosa di cui sono stufa davvero è quella faccenda che le donne debbano votare le donne solo perché tali. Mi fanno schifo le quote rose e gli appelli per il voto alle donne. Mi ha fatto schifo il modo in cui Clinton lo ha fatto. Ed evidentemente ha fatto schifo anche a molte donne americane. E mi ha disgustato anche l’appello di Clinton (Bill): votate mia moglie perché è mia moglie. Tronfi, apprezzati dallo star system, vicini che più vicini non si può al potere di Washington, agli apparati, alla grande finanza e agli intellettuali che contano, senza uno straccio di idea che non fosse “Trump è pericoloso”: ecco i Clinton puniti dal voto popolare. Perché, citando Mentana, in forma smagliante questa notte, la lepre è sempre più simpatica del cacciatore. E oggi, questa lepre, è entrata nella storia. Il resto è tutto da scrivere.
N.b.: il mio pronostico era la vittoria di Trump. E ho i testimoni, anche loro mi guardavano come fossi una cacca sul tappeto.

 

 

Grazie davvero @Alice “Drusilla”! Non è la prima cosa che mi hai insegnato. Speriamo di essere amici ancora a lungo!

 

Non ho elementi per avere opinioni in proposito. Non ho nulla da dichiarare. Come si dice in dogana.
Non basta cercare di saper vivere. Bisogna anche cercare di saper morire. I più saggi collegano le due cose.
Ma la sepoltura esiste per chi muore e si muore sempre, come individui in una elezione. A me non riesce di essere “democratico” più di tanto. La morte per ora la assumo a piccole dosi.
Sono invece curioso della metamorfosi delle forme.

 

Trovo infine significativo osservare la particolarità delle urne in cui hanno votato gli americani.
Grazie davvero a @La Stampa e a @Nadia Ferrigo. Godiamoci questa photo-gallery da cui è stata tratta l’immagine di copertina.

La trovate qui per intero: http://www.lastampa.it/2016/11/08/multimedia/esteri/speciali/presidenziali-usa-2016/supermercati-e-chiese-dove-votano-gli-americani-S9t5Ja8JmM3YEhGowuSzaI/pagina.html

Sto notando che diversi giovani giornalisti svolgono il loro lavoro in modo interessante e creativo. Questo mi dà molto conforto.

 

La terza sepoltura invece è una sepoltura reale. Significativo scoprire che il corpo di Leonard Cohen sia stato sepolto prima che la notizia della sua morte fosse data alla stampa.
Parlare di Leonard Choen?
Lo ascoltai le prime volte, i suoi primi due dischi, pochi anni dopo la scoperta di Dylan. Ho conosciuto Dylan intorno ai 14 anni e Choen intorno ai 18. Ma solo nei dintorni dei 30 ho approfondito questa frequentazione.

Ma prima devo fare una dichiarazione importante e non è la prima volta che la faccio.
Nei primi 30 anni della mia biografia, l’unica cosa che abbia fatto con grande impegno è stato il suonare la chitarra e canticchiare canzoni d’autore. Gli amici mi ricordano per quello. Poi ho cominciato a fare la persona seria e dio sa quanto ci sia riuscito. Non suono quasi più e meno ancora canto.
E questo è un peccato davvero grande. Non so come potrò espiarlo.
Non ero bravo come cantautore ma tutto quello che in quei trent’anni ho realizzato l’ho portato nella mia attività di conferenziere.
Infatti qualcuno, dopo una mia performance, in margine a una mia conferenza, ha commentato: “più che un conferenziere sei un cantastorie”.
Non credo che volesse dare un gran valore positivo al giudizio ma io ne sono stato felice.

E concludo il discorso osservando che con Dylan ho imparato a strimpellare la chitarra mentre l’incontro con l’opera di Leonard Cohen ho concluso la mia relazione con la canzone d’autore.
Ricordo bene, avvicinandomi ai 30 anni, di essermi riproposto: imparo tutte le canzoni di Cohen e poi smetto. E l’ho fatto.
Ecco come le canzoni di Cohen siano state il rito di sepoltura del mio essere un cantastorie.

Non saprei che altro dire. Se Dylan dimora nel midollo delle mie ossa, Cohen abita nei miei tessuti muscolari in particolare in quel muscolo così speciale. Il muscolo del cuore.

Buon viaggio Maha-Atma, Anima-Grande!

 

 

E così l’elezione del presidente Trump avviene significativamente tra il Nobel a Dylan e la morte di Cohen.
Vorrà dire qualcosa.
Oppure no?!
Se no, noi proviamo a reggere l’angoscia dell’ignoto.
Siamo qui per questo!

E dopo i giorni dei Morti siamo quasi all’Avvento. Chissà come sarà quest’anno? La seconda domenica d’Avvento andremo di nuovo alle urne! Pronti alla prossima sepoltura? Tanto poi viene il Bambino!
Nel frattempo stiamo per seppellire anche Fidel Castro… che momento cruciale!

7 pensieri su “Tre sepolture #Dylan #Trump #Cohen

    1. Grazie mille, Mariagrazia!
      Si, nello sforzo di non esprimere opinioni non richieste, resta solo una via. Ma forse è la via regia: quella della biografia!

      PS. ma sai che lapsus stava arrivando un attimo fa….. invece di “biografia” mi stava uscendo “biograzia”! Sarà quello che chiamano T9, la correzione automatica, l’inconscio mio o dei sistemi operativi, se ne hanno uno! Anche se non è un termine di nessun dizionario.
      Comunque “biograzia” non è male!
      Un caro saluto e grazie della tua preziosa attenzione!

  1. grazie, caro Francesco, di questo tuo saper andare sempre oltre. Sai che questa continua capacità di aprire l’orizzonte e disincastrarti dalle superstizioni è proprio del filosofo? Quanto filosofo sei tuo malgrado? Grazie della tua preziosa amicizia

  2. Capisco il dolore che hai provato nello scrivere questa pagina e mi è facile condividerlo, fors’anche per via della contemporaneità. Un dolore un po’ egoistico quando un proprio mito riceve un grande riconoscimento, così proprio che lo si vorrebbe quasi privato – un dolore profondo quando ci lascia chi ci ha accompagnato leggendo poesia dove noi avremmo visto banale vita quotidiana…
    E ringrazio anch’io quella giovane donna che riesce a essere lucida nelle sue analisi e al tempo stesso appassionata (ma non sono partigiana, eh…)

    1. Neanch’io! Grazie della tua attenzione. Ho esitato tanto a rispondere a questi commenti non solo per le ben note imperfezioni del mio carattere ma perché ho in bozza la continuazione di questa pagina. Che mi è ancora più difficile portare a compimento. Ma che per ora non smette di stupirmi…. Altro “compitino” per le notti sante! Grazie!

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