L’uomo dal ciuffo d’argento

Sembra che davvero piova. Che io abbia un po’ di febbricola. Ma non è una buona ragione per non scendere. Due giorni di riguardo. Ora posso scendere a bere un caffè col mio amico. Lui poi rienta da solo. I figli lo attendono a casa. Rientro ma indugio al tavolo e al banco.

In fianco a me un uomo, presumibilmente della mia età. Mi confesserà poi esser del ’50 come me. E’ una faccia simpatica. Malinconica, ma ti vien voglia di averlo come amico.

La faccia di uno che ha la tua età e che ha vissuto le stesse tue cose. Ma lui è più bello, soprattutto meglio conservato. Ha ancora il suo ciuffo grigio-bianco (che è anche più charmant).

Da anni osservo che gli uomini più sicuri di sé non perdono il ciuffo. Il ciuffo è davvero qualcosa che ha a che fare con la dimensione fallica. Ci sono anche nelle fiabe i personaggi col ciuffo. I bravi del Manzoni. Una delle poche cose che ricordi volentieri di quell’insopportabile romanzo (si lo so, professoressa, il Manzoni è democratico e pone gli umili al centro di un romanzo democratico perché storico, ma, professoressa, che due palle!). Dicevo del ciuffo. Sì, io il ciuffo l’ho perso. L’ho perso né presto né tardi, mi sembra. A 50 anni. E va bene così. Rendere a Cesare quel che è di Cesare. Lui è di quelli che hanno ancora un bel ciuffo e i jeans li indossa ancora come si deve. Da un po’ mi capita di incontrarlo nel quartiere e lo guardo sempre con interesse. Con simpatia. Mi par di conoscerlo. Mi sembra che suonasse la chitarra elettrica in qualche gruppo qui in zona. Sicuramente più bravo di me che grattuggiavo “Blowin in the wind” a oltranza. Come me si ricorda tutto, il 45 giri di “Like a rolling stone”. C’era sul retro “Positvelty 4th street”. Dylaniano circa quanto me. Mi avvicino al bancone e mi scuso del fatto di averlo guardato. E’ che mi pare di averlo già conosciuto chissà dove o quando. Gli chiedo se suonasse la chitarra perché nel frattempo la mia mente mi aveva illuso di ricordarlo esattamente che con una stratocaster nera in quel gruppo col Dario Piana che davvero, lui si era bravo… Invece niente. Purtoppo! Lui niente chitarra ma gli sarebbe piaciuto così tanto. Peccato.

E poi attacca una solfa che noi sì e loro no. Gli avevo ingenuamente dato il la dicendo che molti studenti dei miei, i Rolling Stones o i Jefferson li ascoltano ancora. Lo dicevo in positivo. I nostri genitori ascoltavano Claudio Villa.

Ma invece lui dice che oggi i ragazzi nelle discoteche si fan 15 scopate in una sera. E che le ragazze a 13 anni han già fatto un paio di aborti. Sarà che dopo il the dell’imperatore (si chiama davvero così) e il toast, ho bevuto un caffè ristretto… forse è per quel piccolo errore.. forse la debolezza, comincia a montarmi un po’ di agitazione. Un po’ di vertigine del tempo… Secondo me è lui che vorrebbe o avrebbe voluto farsi 15 scopate nelle toeletta della discoteca in una sera. Strana cosa comunque. La realtà è che ha perso da poco in un incidente un nipote di 25 anni schiantato nella notte. E questo si può capire. Ognuno ha il suo modo di reagire al dolore. Ma tornando alle 15 scopate.

Primo non ci credo. Secondo, se questo fosse anche vero, perché dovrebbe suscitare scandalo e non semplicemente pietà? Come e cosa, quanto si può godere in un paesaggio del genere. Gran lavoro, ricostruire i passaggi di un desiderio di questo genere. Sia del narratore scandalizzato, sia degli eventuali malcapitati ragazzi. E di malcapitati la nostra epoca non smette di produrne. Comunque mica ha scerzato la nostra generazione in quanto a perdizioni per un paio di cosette come droga e terrorismo. O comunque credenze improbabili quanto devastanti. Certo c’è una evoluzione nella specie. Silvio è meglio della DC e del PSI messi insieme! Anche il PIL è assai cresciuto! Tornando alle 15 cosette, nulla di nuovo alla luce del sole. Mai sentito parlare di un Marchese da molti definito Divino? Una leggenda (non so quanto fondata) riferisce essere stato l’unico prigioniero nella Bastiglia assaltata nel 1789. Mi piace comunque credere a questa leggenda. Come a Gesù Bambino, Santa Lucia, Babbo Natale, Halloween! Come quando ci si scandalizza dei ragazzi vestiti di nero. Ma i bluson-noir e giù, giù fino al principe Amleto….. dove eri quando son passati? Forse eri alla toeletta…… a sognar quella cosetta?

Dai, amico mio, sono debole e torno a casa a vedermi un film. Invece eccomi qui a scriver la paginetta. Te la dedico volentieri ma forse non te la meriti.

La dedico invece alla mia amica Corinna e a sua figlia Azzurra. Nei ritiri di meditazione ho imparato che le persone son spesso più interessanti da guardar passare. Quando aprono bocca a volte…

Di Corinna e di Azzurra invece non ho visto l’immagine. Conosco telematicamente solo le parole. La conoscenza musicale dei non-vedenti. Sinceramente mi fido di più. Per questo il mio koan, il mio proverbio preferito è resterà sempre: PRIMA DE PARLAR TASE!! Ed è anche la mia tragedia nella vita in cui altro non riesco a fare che scrivere o parlare.

2 pensieri su “L’uomo dal ciuffo d’argento

  1. Dare a Cesare quel che è di Cesare compreso un ciuffo che la scienza ha dimostrato essere il risultato di una carenza di testoterone. Condizione incompatibile coi pruriginosi e laidi desideri dell’aitante sessantenne in Jeans. Storia trita e ritrita che si ripete dalla notte dei tempi. Storia di ordinario e velenoso rancore. Ai suoi tempi. I giovani di adesso. La moralità a scadenza dettata dal rimpianto di avere avuto troppi divieti ieri e troppi anni oggi. Desideri sempre covati e troppo tardi per essere vissuti. Giovani che scopano nei bagni fino a 15 volte a sera…tredicenni che hanno abortito già. Non so ma se anche fosse sarebbe sempre meglio di certi sessantenni col ciuffo in bella mostra non potendo mostrare qualcosa d’altro. L’alopecia spesso è più morale. Ben venga.

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